Giorno: 22 Ottobre 2019

Al Rotary Club Foggia_Serata bocconiana sulla Digital Economy

In occasione del “Mese dello Sviluppo economico e comunitario”, il Rotary Club Foggia ha ospitato la Prof.ssa Annalisa Prencipe (Prorettore, Direttore della Scuola Universitaria e Professore ordinario di Accounting presso l’Università “Luigi Bocconi” di Milano) che, nel corso della conviviale svoltasi il 17 ottobre 2019 presso la Sala “Corte Corona, ha tenuto una seguitissima Lectio magistralis sul tema “Economia digitale e formazione”.

In apertura della serata, la Presidente Antonella Quarato ha salutato le autorità rotariane presenti nell’occasione e le due rappresentanti dell’Università di Foggia, la Prorettore Milena Sinigaglia e la Prof.ssa Rosanna Russo, docente di Geografia presso il Dipartimento di Studi Umanistici, oltre ai numerosi ospiti. Dopo alcune comunicazioni rotariane ha affidato al Consigliere Segretario – promotore dell’incontro – il compito di presentare l’ospite, nativa di Manfredonia e poi trasferitasi a Milano per studiare  presso l’Università Commerciale “Bocconi” dove, dopo aver conseguito la laurea e successivamente il titolo di PhD in economia aziendale e management, si occupa di insegnare principalmente corsi di master incentrati sui temi del financial reporting, dell’analisi di bilancio e del bilancio consolidato. Autrice di diversi testi e pubblicazioni di articoli in prestigiose riviste internazionali, la Prencipe ha partecipato a numerose conferenze in Italia e soprattutto all’estero, in tutto il mondo.

È  stata, inoltre, insignita a Montecitorio, nell’aprile 2018, del Premio intitolato al nostro conterraneo di Biccari “Donato Menichella” (che fu Governatore della Banca d’Italia dal 1948 al 1960).

La relatrice, avvalendosi della proiezione di slides e facendo ricorso ad un linguaggio accurato e minimamente tecnico, ha esordito con l’accennare ad una quarta rivoluzione industriale, entrando poi nel cuore del tema di Digital economy: dall’origine del termine al concetto che la diffusione di tecnologie digitali  sta trasformando i modelli di business e le interazioni economiche e sociali, generando un valore di 13 trilioni di dollari nel 2017, che potrebbero elevare  ai potenziali 23 trilioni  nel 2025.

“Insomma – si è chiesta la prof.ssa Prencipe – dalla internet economy alla digital economy si crea una opportunità o una minaccia? Preliminarmente – ha soggiunto – occorre puntualizzare con una parola che all’apparenza potrebbe spaventare: “Disruption” (il termine digital disruption indica il momento in cui una nuova tecnologia origina il cambiamento di una determinata attività e modifica completamente il modello di business precedente, ndr),

ossia stiamo vivendo un momento di cambiamenti dirompenti e l’avvento di nuove tecnologie digitali sta cambiando il modo di vivere di ciascuno di noi e il funzionamento dell’economia”.

In questo nuovo scenario, quindi, come cambia il modo di fare impresa? Secondo la relatrice, il processo passa “dal prodotto fisico agli Smart Connected Products, attraverso componenti fisiche, componenti smart e componenti per la connettività. I prodotti generano e utilizzano dati come possibile fonte di vantaggio competitivo e, pertanto, diventano cruciale la gestione, l’analisi e la protezione dei dati”.

“Cambia la relazione col cliente – ha proseguito la prof.ssa Prencipe – e pertanto dati e connettività consentono di ‘personalizzare’ il prodotto, al fine di monitorarne le prestazioni e migliorarlo su base continua. La vendita non termina con la cessione del prodotto fisico, ma continua sull’intera sua vita”. Ed ancora “Le funzioni aziendali si fanno più integrate, l’IT security e la protezione dei dati diventano critiche, cambia il profilo delle risorse umane e la relativa gestione”.

Passando alla seconda parte del tema, quale il ruolo della formazione in questo contesto?

“Ruolo fondamentale quello della scuola e delle università – ha ribadito la Prencipe –  nel formare i profili necessari per vivere la digital economy come una opportunità di crescita economica e sociale e non come una minaccia. Occorre ripensare la formazione a tutti i livelli, con una riflessione fin dai primi anni di scolarizzazione, per preparare le basi del cambiamento reso necessario dalla rivoluzione digitale”.

“Il manager del futuro – ha proseguito la Prencipe – avrà competenze economico-finanziarie, sarà gestore-esecutore ma anche innovatore, avrà capacità di data analysis e data analytics, sarà in grado di dialogare con interlocutori globali e con gli esperti digitali, ovviamente con esperienze internazionali e padronanza della lingua inglese, conoscenza dei linguaggi digitali, nonchè avere  un approccio etico, attento al sociale e al capitale umano, oltre che a possedere e/o sviluppare ottime abilità comportamentali (sift skills) come il pensiero critico, la capacità di pensare ‘fuori dagli schemi’, la predisposizione a lavorare in gruppo (anche a distanza), abilità comunicative, comportamento etico”.

Virando verso la conclusione, la docente dell’Università “Bocconi” si è rivolta ai giovani con alcuni consigli: “Investire sulla giusta formazione è cruciale, come fondamentale è il ruolo dell’orientamento nelle scuole. Utilissimo, inoltre, avvalersi di percorsi di studio STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), affiancati da abilità informatiche in tutti i campi, esperienze di studio internazionali, esperienze sul campo e formazione continua (insegnare a imparare)”.

Al termine è seguito un breve (a causa dell’ora tarda) ma interessante dibattito con alcuni ospiti che unanimemente hanno apprezzato le competenze e le capacità della graditissima ospite che, da parte sua, ha ringraziato per la calorosa accoglienza ricevuta.

Michele Chiariello

Rotary Club Bari Mediterraneo_Lettere dal Tenere’ di Paolo Lopane

Mercoledì due ottobre, nel suggestivo contesto del Museo Civico di Bari, il Rotary Club Bari Mediterraneo ha promosso, alla presenza di un folto gruppo di estimatori tra cui anche i giovani brillanti del Rotaract Bari, e sulle note dell’entusiasmante duo Maria Giaquinto e Giuseppe De Trizio del ben noto fenomeno musicale “Radicanto”, l’esperienza di vita contemplata nell’opera letteraria “Lettere dal Teneré”, primo lavoro narrativo di un apprezzato autore barese, Paolo Lopane, noto per i suoi autorevoli saggi di carattere storico e storico-religioso, è un breve romanzo di grande fascino e suggestione, un raffinato pezzo di ‘realismo magico’ dalla forte connotazione lirica. Ambientato nella cornice geografica e antropologica del Sahara centro-meridionale, questo racconto epistolare risente del fecondo incontro dell’autore con la cultura dei Tuareg – i mitici “Uomini blu” – un tempo i veri e fieri signori del deserto ed ancor’oggi custodi di una tradizione millenaria che resistette secoli fa all’islamizzazione ed ancora resiste all’omologazione strisciante della globalizzazione. Indimenticabili, in tal senso, le figure di Yussuf e di sua moglie Kadhidja, in cui pare quasi incarnarsi lo spirito del deserto, un deserto che, specie nella seconda parte della narrazione, si erige a vero e proprio luogo dell’anima – luogo di morte e rinascita –, grandioso scenario in cui si riflette il percorso di rigenerazione spirituale che Adrien, il protagonista della vicenda, vive nel ricordo struggente della sua Corinne, donna profondamente amata e tragicamente perduta. Affamato d’assoluto, mortalmente stanco delle risposte monche delle filosofie e disincantato nei confronti di ogni fede normativa, Adrien si spinge in latitudini dello spirito che travalicano anche materialmente l’Occidente e il suo vuoto di

 senso per ritrovare ciò che Carl Gustav Jung definì “Spirito del Profondo” e che nel linguaggio della gnosi è il “Vero Io”: ossia quella dimensione dell’essere – la Coscienza pensante – che preesiste alla manifestazione cerebrale e rappresenta il nucleo indistruttibile ed eterno della persona umana. E’ questa, infatti, la vera cifra della narrazione, e ben si legge nella sinossi editoriale che “l’iniziatico viaggio di Adrien è innanzitutto un percorso di risveglio spirituale, un percorso di rigenerazione nel grembo oscuro di un’umanità dolente, smarrita, prigioniera dei propri asfittici orizzonti, dimentica delle proprie latitudini celesti; ma è, insieme, un viaggio ed un volo nuziale, una toccante storia d’amore che si snoda nel tempo e nello spazio e destinata a vivere oltre il tempo ed oltre lo spazio”.

Un romanzo, dunque, di rara e raffinata bellezza, un racconto iniziatico che esorta il lettore a sondare i più segreti panorami dell’anima – le sue vette celesti come i suoi abissi – per ritrovare in sé la celata sorgente e la luce dell’Io: la luce dello Spirito.

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