IL R. C. PUTIGNANO E LA SHOAH : IL DOVERE DELLA MEMORIA CHE CI AIUTA AD ESSERE LIBERI

“Il Rotary è moltissimo impegnato per i giovani, per la prevenzione dei conflitti e per la promozione della pace- ha informato gli studenti dell’Istituto Superiore Dell’Erba di Castellana Grotte l’ing. Francesco Mercieri, presidente del Rotary club Putignano Trulli e Grotte- obiettivi che si raggiungono attraverso la consapevolezza di cosa è la guerra”. In questo la ragione dell’intervento rotariano in tale scuola, scelta per distinzione, sul territorio, di vivacità e di cultura storica oltre che scientifica. “Non dobbiamo dimenticare quello che l’uomo ha potuto fare perché ciò possa non ripetersi più”, ha osservato la prof.a Giovanna Moccia che, nelle veci della preside Teresa Turi, ha fatto presente che il giorno della memoria del 27 gennaio serve per ricordare, per non dimenticare Auschwitz e gli orrori della guerra, nel timore, come dicono gli ultimi superstiti e Liliana Segre, che domani si dimentichi quanto accaduto. Il prof. Osvaldo Buonaccino D’Addiego, una vita di docente e di vicepreside nell’Istituto Tecnico Pertini di Turi, ha portato agli studenti le sedici testimonianze di superstiti che egli ha raccolto nel libro “La staffetta della memoria”. Il padre, soldato in difesa del proprio Paese, arrestato in Grecia per non aver aderito al governo nazista di Salò, deportato in Germania a Buckow, – ha raccontato – salvo per aver bevuto acqua di pozzanghera e mangiato carne di topo e bucce di patate prese dalla spazzatura del campo, ogni giorno ha ripetuto al figlio “Prego tanto che voi non vediate e non subiate quanto ho visto e subito io”. I giovani che vivono solo il presente, egli ha affermato, poco amano la storia ma con l’ausilio di un filmato, di qualche fotografia e di alcune testimonianze di superstiti, ha fatto loro sicuramente apprendere come nel cuore della civile Europa, negli anni quaranta del secolo scorso, proprio nella terra dove è nato il Romanticismo, la grande musica di Beethoven e di Mozart, è nato quello che è stato definito “l’inferno sulla terra”. Egli ha quindi, fatto un parallelismo con quanto sta succedendo in Ucraina, i cui cittadini certo non immaginavano fino a qualche mese fa, di vivere una esperienza simile, feroce, tragica. “L’uomo diventa cattivo e crudele- egli ha detto -quando perde la forza della ragione. Allora prevale la brutalità e l’egoismo”. Quindi ha fatto vedere un filmato da lui stesso composto, con scene crude e molto forti, delle quali ha chiesto perdono. La storia della tragedia sinteticamente parte dalla promulgazione delle leggi razziali, con una escalation di decreti giunti anche fino alla difesa della razza italiana; lunghi treni merci che hanno deportato nei campi di concentramento e di sterminio ebrei rastrellati quotidianamente, comunisti, omosessuali, prigionieri di guerra, zingari, intellettuali; fame, freddo e fumo (di morte) che li hanno uccisi quasi tutti; cadaveri di uomini e di donne molto dimagriti, trascinati con una ruspa nelle fosse e bruciati. I superstiti, ha spiegato D’Addiego, non sono riusciti subito a far conoscere le loro testimonianze per timore di non essere creduti. Si è dovuto attendere gli anni novanta perché questo accadesse. “La mente umana non è in grado di capire il male assoluto perpetrato ai danni di undici milioni di cittadini”, ha constatato. Ha poi riferito le testimonianze da lui raccolte dai superstiti fatti venire a Turi fin dall’anno duemila. Tra queste ha colpito gli studenti quella di Pietro Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, che ha raccontato come sui lager non volavano uccelli per quanto era impregnata di morte l’aria. Elisa Springer che portava con sé una videocassetta, durante la visione non alzava mai lo sguardo da terra perché quel “signore” ripreso non era degno di essere visto: era il dott. Death, chirurgo assassino che fa più paura di un horror: iniettava acqua e poliomelite nelle vene delle vittime per “vedere l’effetto che fa”; definito anche dottor morte” per l’efferatezza e la crudeltà dei suoi esperimenti. Salomone Venezia che ha riferito di un bimbo sopravvissuto al seno della madre che lo allattava mentre ella moriva per i gas, il cui vagito fu ascoltato da un ufficiale SS che lo afferrò e gli sparò in faccia: cattiveria pura! Alberto Mieli, di corporatura robusta, costretto dai nazisti a lanciare in aria i bimbi afferrati per le gambette sui cui corpi essi si esercitavano al tiro a segno: vera crudeltà! Sami Modiano che ha raccontato che il padre, intuendo quanto stava accadendo, ha esclamato al figlio: “Qualunque cosa accada, non perdere mai la tua dignità”. La dignità di una persona sta soprattutto nel rispetto dell’altra persona: solo così si è degni di vivere insieme alle altre persone.
Pietro Gonnella

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